Da medico a operaio

Dal processo di produzione industriale della salute al processo di produzione industriale della malattia

di Alessandro Porcu

Sono stato ammalato gravemente tra il febbraio e l’aprile di questo fatidico 2020. Ad oggi ho avuto delle “riacutizzazioni” patologiche che mi hanno fatto mantenere in “allenamento”, se mi è consentito dirlo ironicamente. Molti capiranno. Perchè dico queste cose? Perchè vorrei che a poter parlare e scrivere della professione medica possa essere chiunque, anche e soprattutto chi fosse o fosse stato un paziente “abilitato”, senza dover sentire censori e censure, per non essere medico, cosa che molto facilmente accade per esempio sui social, come ben si sa. Questa premessa per consentire anche di cogliere meglio l’interesse per la materia trattata, il sentimento della narrazione, la profonda autenticità del pensiero. Non mi sarei mai cimentato ad affrontare tale tema, se non fossi stato spinto dalle tante conferme, su quanto appreso nella mia diretta esperienza di “paziente”, avute da molti soggetti, nella gran parte medici e operatori della sanità, preoccupati come me, e più di me, su ciò che sta accadendo nel sistema sanitario in Italia, ma in generale in tutto il mondo.

Cosa si osserva, a quali mutamenti stiamo assistendo nella professione medica, nel “fare sanitario”?

Partiamo dalle “eclatanze mondiali”, e, tra queste, la testimonianza della dottoressa Judy Mikovits (PHD Molecular Biologist/Medical Researcer) è, senza ombra di dubbio, molto esplicativa. Di seguito riporterei dei contenuti, resi da me opportunamente molto sintetici, tratti da alcune sue importanti dichiarazioni. Nel 1999 J. Mikovits lavorava a Forth Detrick ed il suo compito era quello di “insegnare al virus Ebola come infettare le cellule umane senza ucciderle”. L’ebola non poteva infettare le cellule umane fino a quando non fu preso in laboratorio e gli fu “insegnato” come fare (1). Quella fu per la dottoressa una significativa esperienza, che oggi le può far affermare che il SARS-CoV-2 (2) sia un virus ottenuto da una manipolazione. “Il processo deve essere stato accellerato in laboratorio”, dato che se fosse avvenuto naturalmente “ci sarebbero voluti anche otto secoli”! Infatti ricorda che con il SARS-1 ci è voluto un decennio, ma”…“ciò non è accaduto naturalmente”! La ricercatrice, sostenendo che con molta probabilità sia accaduto realmente così, ipotizza che la manipolazione del SARS-CoV-2 possa essersi verificata tra il North Carolina Laboratories, per l’appunto a Forth Detrick, presso il laboratorio di ricerca per le malattie infettive delle Forze Armate (USA) e il laboratorio di Wuahn in Cina. La stessa fa oltretutto notare che anche il NIAD, il dipartimento associato al NIH (Istituto Nazionale della Salute), del quale il dottor Antony Fauci aveva il controllo, avesse in passato condotto esperimenti con il laboratorio di Wuhan, per quanto riguarda il Corona virus. Nello stesso filmato (1) nel quale la Mikovits viene intervistata sulle vere motivazioni per cui fu perseguitata (2), sono raccolte anche molte dichiarazioni di medici, che descrivono gli “sviluppi” che vennero impressi alle strutture ospedaliere negli USA, grazie al COVID-19: in esse i medici si chiedono perchè quando si devono redigere i certificati di morte si venga spinti a dichiarare che i pazienti siano morti a causa del COVID-19, e aggiungono che credono che questo sia motivato dal “bisogno” di far sembrare il COVID-19 un pericolo ben maggiore di quanto lo sia nella realtà, ciò per indurre terrore e paura nelle persone, in modo che la loro capacità di pensare autonomamente venga “paralizzata”… Molti medici hanno poi ammesso che le strutture ospedaliere ricevono 13.000 dollari (3) se le morti vengono classificate come COVID-19, percependo il triplo, ovvero 39.000 dollari, se per il paziente covid-19 viene usato il “famigerato ventilatore”, causa ultima e determinante di molte morti! Quello che è accaduto in Italia è ormai noto, le terapie COVID-19, completamente sbagliate, sono state “suggerite” dall’alto, come pure i consigli a non effettuare le autopsie, che, se eseguite, avrebbero almeno in parte salvato tante vite… E’ nota infine l’inaffidabilità dei tamponi. Al riguardo Marco Mamone Capria (4) ebbe ad evidenziare, come fu sottolineato già da Kary Mullis, lo scienziato che vinse il premio Nobel per la chimica proprio per la scoperta della PCR (= reazione a catena di polimerasi), che questa procedura, “non può da sola sostenere una diagnosi di infezione”!!! Ma soprattutto lo stesso autore si è chiesto: perchè si fanno test su tante più persone adesso che inizialmente? Lo sappiamo, la risposta che tanti hanno dato è che sia sopratutto un modo per poter riempire di numeri terrorizzanti i giornali, e conseguentemente giustificare la strategia del “lock-down”, un cocktail esplosivo per sottomettere più agevolmente un popolo dividendolo fra ribelli e conformi ad un potere sempre più dittatoriale. Ciò che vorrei maggiormente porre in evidenza però sono le critiche ai modelli matematici adottati per analizzare l’epidemia e giustificare i lock-down. Sostiene giustamente Marco Mamone Capria: “un modello matematico di un’epidemia è uno strumento per rappresentare un processo altamente complesso, e sia la sua impostazione, sia l’interpretazione dei dati, richiede un’analisi preliminare e accurata di quali siano i fattori decisivi della fenomenologia studiata e se il modello ne tenga adeguatamente conto”. A volte, spiega il ricercatore, “ci sono semplificazioni (per esempio, considerare la popolazione come omogenea su aree geografiche o fasce demografiche, in cui invece si sa che ci sono importanti differenze, ecc…) che possono dar luogo a previsioni del tutto irrealistiche. Un modello non adeguatamente calibrato sulla situazione reale e non messo a confronto con le alternative non può giustificare un bel niente”. Quindi il ricercatore prosegue con un’ottima analisi critica dei modelli prescelti dai gestori del fenomeno epidemico e dalla letteratura scientifica relativa, non facile da sintetizzare in questa sede. Modelli che, pur non avendo avuto successo con le loro previsioni in passato, vengono ancora utilizzati! Il ricercatore perciò conclude dicendo, con esplicita ironia, che “la spiegazione dell’ottima accoglienza di queste pratiche divinatorie (ripetutamente fallimentari) sta essenzialmente nella loro capacità di essere utilizzate per appoggiare scelte predeterminate, ammantandole di credibilità scientifica, soprattutto agli occhi di chi (ed è la maggioranza) non è consapevole delle potenzialità pseudoscientifiche della modellistica matematica (anche a causa di una didattica delle scienze che sorvola sull’imprecisione delle scienze empiriche , comprese le più esatte)”.

Che dire infine? E’ vero, il processo di produzione sanitario era stato già “industrializzato” nei sistemi ospedalieri. Tuttavia la cura del “paziente” manteneva una certa attenzione alla sua storia, alla sua personalità, ai suoi diritti, al bisogno di comunicazione differenziata in relazione ai suoi livelli culturali ed alle sue capacità di comprensione, tanto che tali principi e regole di performance di cura risiedono tutt’oggi, per esempio, nel Codice di Deontologia Medica. Che cosa è cambiato o sta cambiando, che non sia stato previsto da quei medici “di linea”, quelli che, pur svolgendo la propria professione con scienza e coscienza, non hanno saputo o potuto incidere sulle scelte di politica sanitaria? Sta cambiando il fatto che la “logica emergenziale” sempre più indotta ed applicata in quasi tutti i settori, per ottenere la centralizzazione del controllo, e con esso dei flussi finanziari, sta travolgendo letteralmente il sistema sanitario: questa volta infatti, dopo vari tentativi meno efficaci, sta avendo un successo strepitoso! E’ stata messa in movimento una “macchina del potere” a livello mondiale, e la strategia emergenziale sanitaria è stata pensata ed usata anche come strategia per consolidare il potere finanziario sovranazionale, in modo, si pensa, definitivo: almeno così appaiono orientati a credere i fautori del nuovo ordine mondiale. Quali riscontri ne ha avuto e sta avendo la professionalità medica? Il medico sembra destinato a diventare terminale applicativo di una “terapia globale” prevista e predisposta nelle alte sfere tecnologico/finanziarie, con la finanziarizzazione del sistema di produzione della “cura” e attraverso il controllo delle decisioni “terapeutiche”. Tale scenario, in parte già realizzatosi, sembra assegnare al “medico professionista” un ruolo molto diverso: quello di operaio forse specializzato, ma obbediente esecutore di una diagnosi e di una cura predisposte con mezzi tecnologici promessi e promossi, dei quali se ne sentono le anticipazioni divulgative. Una modalità “produttiva” assolutamente nuova e centralizzata, che permetterebbe il totale controllo delle persone , direi dell’umanità intera, attraverso strumenti di cura estremamente innovativi, ma pericolosi per la sua/nostra reale autonomia, e dignità di specie! Un processo di produzione della cura che sembra sempre più orientato a divenire un processo di produzione della malattia: gestione e produzione delle malattie per un’umanità trasformata in enti biologici condizionabili centralisticamente. Non è complottismo, bensì spirito di osservazione e onestà intellettuale: le prime caratteristiche dell’umanità ad essere prese di mira dal sistema globalista eveniente. E adesso ditemi che non lo avevate capito… Cari medici, cari umani tutti, un saluto a voi con tanta gioia e felicità!

Riferimenti e note: (1) Si veda l’intervista alla dottoressa Judy Mickovits sulla pandemia del COVID-19, il virus HIV, il virus Ebola, i laboratori americani e cinesi, i nomi, le azioni e le reali motivazioni di chi gestisce tutto l’insieme: PanDemic – Part 1 – ITA subtitles – DTube Per i sottotitoli vedere icona rotellina in basso a dx sul video, appare finestrella subtitle off e it, cliccare su it ed appariranno subito i sottotitoli; (2) l’importante storia della persecuzione subita dalla dottoressa J. Mickovits è in buona parte sintetizzata nell’intervista di cui alla (1); (3) e per quanto riguarda l’Italia si vedano le dichiarazioni di GuidoBertolaso:

https://www.radioradio.it/2020/10/bertolaso-indennizzo-paziente-covid-regioni-ospedali/

(4) il ricercatore scientifico, matematico ed epistemologo dell’Università di Perugia, del quale si consiglia la lettura del libro SCIENZIATI E LAICI per un controllo democratico della scienza: le sue dichiarazioni sono tratte dalla sua pubblicazione “CORONAVIRUS, DISINFORMAZIONE E DEMOCRAZIA”: https://www.auretitalia.org/2020/07/04/coronavirus-disinformazione-e-democrazia/

 

 

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