di Valdo Immovilli
La qualità della vita attuale di un cittadino europeo è mediamente migliore di quanto poteva essere l’esistenza di un monarca assoluto dei secoli scorsi. Basti pensare ai progressi della medicina; quelli, i sovrani del passato, morivano per malattie che adesso curiamo con una pastiglietta. E il mal di denti? Tanto per fare un esempio semplice. L’anestesia e gli analgesici hanno “graziato” l’umanità da dolori che nessun monarca poteva evitare. Si curavano, si fa per dire, con le sanguisughe e ce ne hanno messo per capire che quei salassi erano peggio della malattia. Ma anche un semplice viaggio a cavallo o in carrozza non è paragonale ad uno fatto con il più scassato dei nostri mezzi di trasporto.
E allora? Che abbiamo da lamentarci?
Beh… molto, ci sono molte cose che si possono migliorare. Anche in questo periodo la maggior parte delle sofferenze cui siamo sottoposti non è “inevitabile”. Ci sono le condizioni e i mezzi per un mondo decisamente migliore. Certo, ci sono ancora malattie incurabili, ma cos’altro? Persino i terremoti e altri disastri “naturali” potrebbero essere previsti, dunque prevenuti.
Cosa resta? Beh, resta l’ignoranza, sicuramente la maggiore causa di sofferenza, sia del passato che del presente, ma dovrà esserlo anche per il futuro? È vero! Non possiamo eliminare l’ignoranza con decreto, tuttavia i mezzi di comunicazione che abbiamo sono di una potenza tale che se venissero utilizzati per fare cultura invece che per rimbecillire, il mondo progredirebbe molto velocemente anche sul piano umanistico e non solo tecnologico.
Ad ogni buon conto, visto che ora possiamo farlo senza che qualcuno venga a tapparci la bocca e incatenarci, ci lamentiamo. E’ un diritto acquisito, “diritto di lamentela” qualcuno è morto per permettere a noi di godere di una libertà di parola che un tempo era inimmaginabile. Ci possono tuttavia essere molti modi per utilizzare questa libertà. La lamentela non mi sembra essere il modo migliore. Lamentarci “bla bla bla… bla bla bla…” non serve a molto se non a dare nutrimento al nostro ego. Pare che l’ego tragga un certo godimento dalla lamentela, per questo il “bla bla bla… bla bla bla…“ dilaga, a vari livelli; c’è chi lo fa al bar, chi in piazza, chi su qualche televisione, chi si inventa una platea… Ormai sono più quelli che parlano e scrivono di quelli che leggono e ascoltano.
Nemmeno il Papa, questo Papa, che a mio parere scrive e dice cose concrete e sagge, viene ascoltato; anzi, pare sia profondamente osteggiato soprattutto all’interno della chiesa stessa.
Ma non è una novità, un tempo coloro che si azzardavano a dire cose troppo saggie venivano accoppati. Il problema purtroppo è che tutti siamo disposti a lamentarci, ma non siamo pronti a concentrarci, ad agire uniti su proposte e iniziative concrete e precise. Vorremmo che gli altri facessero, e ci dimentichiamo di fare la nostra parte.
I punti su cui milioni di persone poterebbero convergere sono molti, punti che potrebbero migliorare la condizione umana globalmente, nell’interesse di tutti.
Ne voglio sottolineare uno: possiamo pensare, immaginare, un mondo senza armi? Potremmo proporre un accordo maggioritario su questo punto? Un’azione risoluta e condivisa? Possiamo creare un enorme movimento di popolo su queste due parole?
Come sarebbe un mondo senza armi, quali sarebbero i vantaggi? E gli svantaggi?
Forse i tempi non sono maturi per un’abolizione totale, tuttavia non vedo controindicazioni a una riduzione consistente, potremmo tranquillamente fermare la produzione e concentrare le armi esistenti in pochi organismi strategici, l’ONU innanzitutto. Questa non è la sede per entrare nei particolari, servirebbe un’esperienza che non ho, tuttavia non è mai troppo presto per porre il problema, e visto che il problema non lo pongono dall’alto, poniamolo dal basso.
Immaginate: un G 48, con uno scopo preciso, BASTA ARMI. Pensate che lo faranno? Oh, no? Non lo faranno: hanno cose più importanti a cui pensare; il dazio sulle cipolle e sulle noccioline.
E noi ”popolo sovrano” ? Beh… ci sono le mascherine adesso. Che ci importa delle bombe atomiche.
Sono passati pochi anni dalla seconda guerra mondiale. Tuttavia è difficile immaginare adesso un passo indietro, un conflitto tra stati europei. L’Austria non ci farà guerra per riavere il Sud Tirolo. Stati Uniti, Russia, Cina… potrebbero dare corso a un conflitto armato su vasta scala? Ma sì, ce ne sono ancora di pazzi con un ampio potere, ma non lo faranno. In ogni caso, disarmarli sarebbe un motivo in più per evitare il rischio.
Se ci fermiamo un attimo a riflettere, anche una persona con un quoziente intellettuale scadente e una sensibilità mediocre può rendersi conto di quanto sia folle la guerra. Nessuno accetta più che le diatribe personali vengano risolte a coltellate, non è ammesso da nessuna legge, in nessun luogo.
Certo, gli americani sono ancora armati fino ai denti, come nel vecchio west, ma non portano più le pistole in bella vista, alla cintura. Perché allora accettiamo che le diatribe tra stati vengano risolte a cannonate? Perché non ci sono leggi internazionali che vietino nel modo assoluto qualunque tipo di guerra? Anche la geopolitica è frutto di follia e forse ci vorrà più tempo per porvi rimedio, ma almeno disarmiamoli, e questo si può e si dovrebbe fare subito.
Basta armi! Dovrebbe essere un punto fermo, irremovibile. Invece… le armi e la violenza, sono le protagoniste principali del 90% e forse più della produzione cinematografica mondiale.
Si fanno manifestazioni contro le mascherine, ma non si fanno contro le armi e la violenza. Ci siamo talmente abituati alle guerre, ai massacri, che non ce ne rendiamo più conto. Non so se si producano ancora le armi giocattolo, spero di no. Chissà se c’è ancora qualcuno tanto superficiale da regalare al figlio, per Natale, un fucile.
Tutto normale.
D’altra parte, cosa ci hanno insegnato a scuola, fin da piccini? Ci hanno detto che Giulio Cesare era un criminale? Che Alessandro Magno era “magno” perché era un grande massacratore? No, ci hanno insegnato che erano dei grandi conquistatori. E “conquistatore” faceva rima con “patriota”, o qualcosa del genere. Non ladri, usurpatori, assassini, no! Conquistatori, grandi generali, brava gente, il meglio del meglio. No, tutto normale. Ma possiamo dire BASTA! Quanto tempo deve passare ancora?
Quali sono le controindicazioni di un mondo senza armi? Qualcuno potrebbe affermare che la costruzione delle armi crea lavoro, aumenta il PIL. È vero senza la produzione delle armi lavoreremmo meno, ci sarebbe meno spreco di mano d’opera e materie prime. Potremmo usare quel tempo per andare a funghi, e quelle materie prime per costruire biciclette, non credo sarebbe un grosso problema, anzi ci sarebbero dei vantaggi; i funghi si possono mangiare, le armi no. Inoltre passeggiare nei boschi fa bene alla salute, sia a piedi che in bicicletta, e non crea problemi a nessuno, bisogna solo stare attenti a non scivolare in un burrone.
Sì. Tutto questo accadrà, un giorno l’idea stessa della guerra sarà talmente lontana dalla mente degli uomini che verranno, che non riusciranno a credere che tutto questo sia accaduto. Ma perché aspettare? Quanto tempo dovrà passare ancora?
Sono tante le cose che cambieranno; si spera che i nostri figli, nipoti e pronipoti possano vivere in un mondo di pace e benessere diffuso. Non la società del benessere (benessere di pochi) ma il benessere della società, dove il bene comune sia prioritario rispetto al bene, un finto bene, di pochi. Il mondo è uno, la terra una e indivisibile. Dio mio! Ma è così difficile da capire?
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