di Giusy Calabrò
All’interno degli studi sulla religione egizia, la demonologia è fra gli aspetti che solo recentemente hanno suscitato l’interesse degli studiosi.
E’ difficile risalire al preciso significato attribuito dagli egiziani al termine “demone” , anche perché in egiziano antico non esisteva un corrispondente del sostantivo greco daímon. Molti nomi ed epiteti di demoni si riferivano al loro aspetto minaccioso e terrificante, ma non sempre la loro fisicità rifletteva una natura maligna o pericolosa. Esseri ibridi o mostruosi potevano anche svolgere una funzione benefica, per esempio proteggevano i luoghi sacri.
Nell’immaginario egizio le creature demoniche appartenevano alla sfera soprannaturale e potevano fungere da emissari divini. Il Regno dei Morti era infestato da demoni che minacciavano il defunto e che potevano nuocergli, se questo non fosse stato munito della conoscenza iniziatica per fronteggiarli. Il sapere iniziatico del defunto consisteva nel riuscire a recitare il nome del demone e del luogo che custodiva.
Fin dalla nascita, l’uomo egiziano si sentiva circondato dalla presenza di forze demoniche che potevano condizionare il suo destino. I demoni del fato, Shai e la sua controparte femminile Renenet, accompagnavano l’uomo dalla nascita e lo seguivano anche nel Regno dei Morti, in veste di testimoni, dinnanzi al tribunale divino. Shai e Renenet erano considerati “genii” benevoli; un esempio di esseri demonici ostili erano le “Sette Hathor”, paragonabili alle nostre streghe medievali, poichè potevano predire gli eventi negativi che avrebbero segnato la vita del nascituro.
Come gli altri demoni dell’antico Egitto, non possedevano una personalità autonoma, ma la loro azione poteva essere guidata dagli dei o da coloro che conoscevano formule magiche apotropaiche. Se il Regno dei Morti può essere considerato il luogo di origine dei demoni, questi ultimi potevano operare anche sulla Terra. Come personificazione di forze irrazionali, essi costituivano una minaccia per Maat, il concetto divinizzato della giustizia e dell’ordine cosmico.
Fra i demoni dell’Aldilà più ricorrenti nei testi funerari come il “Libro dei Morti” vi sono i demoni guardiani delle porte dell’Aldilà, che presentavano un’iconografia ambigua ben definita.
I demoni guardiani sono contraddistinti da una varietà di attributi: coltelli, arpioni, altri emblemi di potere, oppure elementi vegetali; inoltre essi potevano essere raffigurati con sembianze zoomorfe, antropomorfe o ibride.
La loro caratteristica principale era indissolubilmente legata al posto nel quale vivevano e dove avveniva l’incontro con il defunto; era proprio quest’ultimo a procedere verso di loro e non il contrario.
E’ spesso difficile distinguere i demoni dagli dei, soprattutto a partire dal Terzo Periodo Intermedio, durante l’Epoca Tarda e il periodo greco-romano (tra la fine del II sec.a. C. e gli inizi del I sec. a.C.), poichè molte divinità avevano acquistato caratteristiche demoniche e, inoltre, alcuni demoni venivano divinizzati. Infatti, nonostante i demoni egizi non godessero di culti nei templi, se non in alcuni casi particolari di Epoca Tarda (715-30 a.C), essi erano profondamente rispettati e temuti, soprattutto nell’ambito delle credenze popolari.
La maggior parte dei demoni egizi presentavano caratteristiche fisiche sostanzialmente simili agli dei ma, rispetto a questi, potevano assumere forme grottesche: serpenti, insetti, coccodrilli oppure essere ibridi con corpo di ippopotamo, coda di rettile e zampe di leone. Alcuni di essi avevano l’aspetto umano e la testa di sciacallo come le principali divinità egizie; inoltre, erano armati di coltelli o raffigurati come animali minacciosi.
Dal 2100 a.C. al 1650 a.C. (inizio del Secondo Periodo Intermedio) i cosiddetti apotropaia in avorio, una specie di boomerang o “coltelli magici”, erano decorati con immagini di demoni bestiali; un esempio è costituito dalla rappresentazione di leoni che alludevano alla figura del demone Aha, “il lottatore”: lontano progenitore noto del dio Bes di epoca tardo-faraonica.
I demoni non agivano solo individualmente, ma anche come vere e proprie squadre. Gli esseri demonici nelle formule magiche erano indicati con nomi collettivi; per esempio, essi potevano essere distinti in gruppi di demoni “pescatori”, “massacratori”, “messaggeri”, “malfattori” ecc.
Nella cultura egizia, il ruolo attribuito alle presenze demoniche è stato fondamentale, poiché la loro raffigurazione compare nei reperti archeologici testuali e iconografici. Inoltre, tipologie preliminari basate su incantesimi tramandati e formule magiche, nonché testi funerari e concezioni apotropaiche, indicano come essi fossero distinti in sottogeneri.
I demoni dell’Aldilà sono quelli di cui gli antichi egiziani hanno tramandato le testimonianze iconografiche più numerose e rilevanti. Soprattutto durante il Nuovo Regno e in Epoca Tarda, le fonti primarie che attestano la presenza dei demoni sono le formule magiche e testi di incantesimi, come quelli documentati nel papiro di Amenimotep.
Per quanto concerne i demoni dell’Aldilà le iconografie sono presenti nei papiri del “Libro dei Morti” (dal Nuovo Regno: 1539-1069 fino al periodo romano: 30 a.C. – 313 d.C.). In particolare, nel capitolo 28 è possibile individuare le classi di demoni, anche indicate con nomi collettivi; ad esempio, i “Combattenti di Eliopoli”, i quali minacciano di strappare il cuore al defunto. In una vignetta, attestata solo in un papiro della XVIII dinastia (pNeferubenef), il defunto con in mano il cuore si inginocchia di fronte a una creatura che presenta alcuni tratti peculiari di Bes e impugna un coltello. L’identità di questa creatura rimane incerta, ma egli potrebbe personificare uno sviluppo dell’antico dio Aha, “il Combattente”, ben conosciuto dai testi e dalle illustrazioni del Medio Regno, fra cui i già menzionati prima Apotropaia. Le figure di demoni guardiani sono variegate e numerose e nascevano dalla concezione di una geografia dell’Aldilà, caratterizzata da regioni acquatiche e montuose. Pertanto, se i demoni sono intermediari tra gli dei e gli uomini, è pur vero che essi possedevano anche analogie con alcune divinità di culto. Infatti, sembrerebbe che alcuni esseri demonici finissero per assumere aspetti benevoli o venissero venerati come divinità. Questa trasformazione si è verificata in Epoca Tarda e, soprattutto, a partire dal XII secolo a.C., quando iniziarono a profilarsi le caratteristiche ostili e demoniche di molte creature divine.
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