di Davide Gionco
Nella città di Vercelli è stata aperta una inchiesta nei confronti di tre medici, accusati di non avere fatto ricoverare 5 ospiti della casa di riposo di Piazza Mazzini, nonostante la richiesta del 118, in quanto nell’ospedale vi era un solo posto disponibile. Purtroppo queste persone sono poi decedute, nonostante le cure prestate presso la casa di riposo.
La magistratura indaga nei confronti del personale medico dell’ospedale di Vercelli che ha dovuto prendere questa difficilissima decisione, mentre tutto il personale medico del nosocomio lavorava 14 ore al giorno in condizioni impossibili per salvare la vita a quanti più malati possibile.
Eppure sarebbe bastato avere 4-5 posti in più per il ricovero ospedaliero e, forse, alcune di quelle vite sarebbero state salvate.
Perché la Magistratura non indaga su chi aveva a suo tempo deciso di ridurre i posti ospedalieri in tutta la regione Piemonte?
Negli anni 2010-2014 la giunta di Roberto Cota (Lega Nord) si impegnò a ridurre il deficit nella sanità piemontese “razionalizzando” la spesa. Il suo successore Sergio Chiamparino (PD) proseguì sullo stesso percorso di tagli, riducendo il numero di ospedali sul territorio piemontese.
I deficit nella sanità erano dovuti probabilmente anche a sprechi, ma anche a dei costi crescenti legati all’invecchiamento della popolazione ed ai maggiori costi di farmaci ed apparecchiature più moderne.
Le regioni avevano poca scelta, in quanto anche il governo nazionale operava tagli ai trasferimenti alle regioni, con l’esplicita richiesta di tagliare di 2,35 miliardi di euro la spesa sanitaria per l’anno 2015. Era lo stesso Chiamparino, allora anche presidente della Conferenza delle Regioni, a denunciare gli inaccettabili tagli imposti sulla sanità pubblica.
Citiamo Chiamparino, ma nella stessa situazione si sono trovati tutti i presidenti di regione in tutta Italia, anche negli anni precedenti e negli anni successivi al 2015. Tutti obbligati dalle decisioni del governo centrale.
Nel 2015 al governo c’era Matteo Renzi (PD), il quale aveva pensato bene di “risparmiare” sulla spesa sanitaria. Naturalmente prendendosene tutte le responsabilità, come si dice sempre. Ma oggi i magistrati di Vercelli non inquisiscono né Chiamparino, né Renzi, né i capi di governo prima e dopo Renzi che hanno realizzato lo stesso tipo di “risparmi” alla spesa pubblica.
Ma chissà per quale motivo era venuta a Matteo Renzi l’idea di fare risparmi sulla spesa sanitaria pubblica?
La giornalista Emma Clancy è andata ad analizzare le varie “lettere di raccomandazione” mandate dalla Commissione Europea ai vari governi europei fra il 2011 ed il 2018.
In ben 63 lettere si raccomandava al governo di destinatario di attuare tagli sulla sanità e di puntare alla sua privatizzazione. E’ altamente probabile che alcune di queste lettere siano anche pervenute a Matteo Renzi, il quale ha dato attuazione alla raccomandazione richiesta.
La Commissione Europea ha sede a Bruxelles, in un luogo molto distante dall’ospedale di Vercelli, dalla Regione Piemonte e dal Governo di Roma. Eppure è lì che è stata presa la decisione di tagliare i fondi pubblici per la sanità, che hanno spinto Renzi a tagliare 2,35 miliardi nel 2015.
Nel 2015 il presidente della Commissione Europea era Jean-Claude Juncker.
Il commissario competente sull’invio delle “raccomandazioni” ai tagli sulla sanità pubblica nel 2015 era l’inglese Jonathan Hill
con vicepresidente, e dal 2016 suo successore, il lettone Valdis Dombrovskis.
Vi abbiamo messo le loro facce, perché sappiate chi sono i responsabili per i mancati ricoveri all’ospedale di Vercelli e in chissà quanti altri ospedali d’Europa.
Questi ultimi 3 volti sono persone che non abbiamo mai votato.
Non siamo riusciti a scoprire chi abbia materialmente scritto le “letterine” ai vari governi europei. E’ infatti molto probabile che Hills e Dombrovskis abbiano delegato a degli oscuri burocrati di Bruxelles le decisioni e le valutazioni in merito alla necessità di tagliare la spesa sanitaria negli ospedali.
Se fossimo in una Demo-crazia, potremmo chiedere conto almeno elettoralmente a questi signori. Se non lo possiamo fare, allora significa che siamo molto distanti dalla Demo-crazia.
Non pagano i burocrati della Commissione Europea, non pagano i commissari europei, non pagano i capi di governo in Italia, non pagano i presidenti delle regioni.
Alla fine rischiano di pagare per questi veri e propri crimini sociali non i politici che hanno preso le sciagurate decisioni, ma 3 poveri medici, gli stessi che la propaganda dei telegiornali ha salutato (certamente con merito) come “eroi”, per la loro professionalità ed impegno nell’aiutare le persone malate di Covid-19.
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