Intervista a un medico di pronto soccorso ai tempi del covid

Una breve intervista a una dottoressa, dirigente di un reparto di Pronto Soccorso. Come vive questo momento della pandemia il personale sanitario.

di Pietro Mazzucca.

Di questi tempi di Coronavirus, Covid-19, o come lo volete chiamare, sono gli operatori sanitari, medici, infermieri, personale di supporto, a vivere una quotidianità difficile e drammatica.
Una breve intervista con una dottoressa, per avere un quadro generale della situazione in cui sono costretti ad operare.

– Dott.ssa accetta una intervista su questi momenti?

Si premettendo che non sia una intervista di sensazionalismo, non siamo Eroi, ma semplicemente professionisti responsabili, che dedicano la loro vita a curare i  malati. Che sia covid-19 o altro non è importante, l’importante è essere pronti a fare il possibile, seguendo le nostre conoscenze e i protocolli, ma soprattutto, il nostro sapere dato che ogni caso non è standard, anche in questo frangente;

– Da quanti anni fa questo lavoro?

dal 2000

– Cosa ne pensa della situazione attuale?

Non sta a me giudicare il periodo attuale, so soltanto che il sistema sanitario nazionale, è profondamente cambiato in peggio da quanto ho cominciato a lavorare, pensi che i dispositivi di protezione veri, sono arrivati da pochi giorni e che quando ci capita il turno in tenda (ci alterniamo, turni in tenda, con turni all’interno del reparto), i guanti che arrivano sino all’avambraccio, quelli di gomma, più solidi per intenderci, ce li compriamo separatamente ognuno di noi.

– Mancanza di personale sanitario?

questo oramai è un fatto acclarato da anni, siamo oramai abituati, ma non rassegnati, a turni massacranti da anni con utenza che diventa pure insofferente, anche con il dato oggettivo, di mancanza di personale sanitario e di posti letto, e molte volte di medicinali!

– Cosa è cambiato in questi giorni

il flusso di pazienti in PS, si è ridotto al lumicino, e ciò la dice lunga sull’effettivo utilizzo, esclusivamente per le urgenze, del pronto soccorso.

– Cosa si pensa quando si è in servizio, in questi giorni

non si pensa, si agisce e basta, il tempo non c’è, bisogna agire e pensare in fretta, cercando di essere calmi e efficienti, il resto è un lusso che non possiamo permetterci.

– Quando torna a casa?

si cerca di ostentare calma, ci si riposa, e si pensa che la propria famiglia è esposta a tanti disagi e rischi, ma anche questo pensiero è un pensiero da evitare. Le notti quando riusciamo a essere a casa ci portano sogni da incubo, ma anche questo passa deve passare, siamo tutti fiduciosi. Nessun panico, ma ho accettato questa intervista solo per dire perfavore aiutateci, e l’unico modo è STATE A CASA con i vostri cari, per ora è l’unico modo.Pensate a Noi che vorremmo e non possiamo stare con i nostri cari. GRAZIE!

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