Una domanda assilla la mia mente

Da quando diversi anni fa ho compreso che il famigerato spread è la differenza di rendimento tra i titoli italiani BTP e quelli tedeschi con scadenza a 10 anni. Ma perché ci ostiniamo a vendere grandi quantità di titoli italiani con scadenza a 10 anni?

Se il Tesoro ne vendesse di meno, vi sarebbe minore disponibilità di tali titoli e il loro prezzo salirebbe cioè il loro rendimento scenderebbe. Infatti un titolo che vale 100 viene venduto dal Tesoro, poniamo, a 97, in modo che l’acquirente ricevendo 100 alla scadenza, avrebbe un profitto pari al 3%. Ma se il prezzo sale, il rendimento, cioè il costo degli interessi pagati dallo Stato, scenderebbe di conseguenza.

Invece no, continuiamo ottusamente a vendere titoli con scadenza a 10 anni e così il prezzo si tiene basso, cioè il rendimento (per le banche) è alto e rimane alto anche il costo degli interessi per lo Stato.

Senza tenere conto del fatto che il meccanismo dell’asta applicato in Italia (e solo in Italia) consente a chi acquista i primi titoli al prezzo più alto di ottenere lo stesso prezzo di chi acquista per ultimo al prezzo più basso: un vero suicidio finanziario, che non viene (ovviamente) applicato da nessun altro.

In Germania invece sono i migliori, i loro interessi li fanno in modo implacabile. Quando capita, spesso, che i loro titoli rimangono invenduti (perché rendono molto poco, lo Stato vuole pagare il meno possibile sugli interessi, possibilmente zero), la parte invenduta viene affidata alla statale Agenzia per il Debito, che si occupa, per conto della loro banca centrale, di ricollocarli sul mercato secondario, dove possono accedere tutti e non solo gli operatori specializzati come nel mercato primario, cioè le aste.

Si tratta di un trucco sporco: non è la banca centrale tedesca ad effettuare l’operazione e così non c’è violazione di alcuna norma europea. Il risultato però è identico a quello che faceva la Banca d’Italia prima del divorzio del 1981: li acquistava lei e poi li rivendeva al pubblico. Occorre comprendere bene questo aspetto: di fatto la perdita di sovranità è soprattutto la perdita di controllo sugli interessi sui titoli emessi. In Italia il controllo è in mano ai pochi operatori autorizzati, quindi nemmeno in mano al “mercato”. In Germania invece il controllo del costo degli interessi è saldamento in mano alla banca centrale tedesca, cioè allo Stato. Perché noi non facciamo lo stesso?

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1 Commento

  1. Mi sembra una soluzione interessante . Chi ne parla con Bagnai e Barracaracciolo and Co. ?

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